lunedì 8 febbraio 2010

Storia Romana

Le principali civiltà italiche, di cui se ne hanno attestazioni archeologiche, si costituirono a cavallo tra la fine dell' Età del Bronzo e gli inizi dell' Età del Ferro (XII-X secolo a.C.); una delle principali popolazioni "protagoniste" fu quella villanoviana (così chiamata dalla località dei suoi primi ritrovamenti, Villanova appunto), la cui caratteristica identificatoria è il rito dell'incinerazione, mentre le altre popolazioni cosìddette "appenniniche" erano solite dedicarsi all'inumazione.
Da questa premessa si apprende come il contesto della nascita di Roma (VIII secolo a.C) fosse ricco di rapporti culturali tra le varie civiltà.
Fra i popoli più antichi erano: Liguri (la cui cultura viene definita Golasecca), Veneti (la cui cultura viene definita Este/Ateste/atestina), Piceni, Umbri, Etruschi, Volsci ecc...
Per quanto concerne direttamente la fondazione dell'Urbe, importanti furono due civiltà:


  • Etruschi
  • Greci

I primi, secondo la tradizione, risultano essere il frutto evolutivo della civiltà villanoviana, modernizzatasi attraverso i rapporti commerciali/culturali con i Greci Anatolici (definiti dagli Etruschi stessi Italioti) stanziatisi lungo le coste dell'Italia meridionale costruendovi le loro principali colonie, prima tra tutte Pithecussai (fondata, secondo la tradizione, nel 770 a.C ) e a seguire la celeberrima Cuma (secondo lo storico Strabone, fondata nel 740 a.c da un calcidiese di Eubea, Megasthenes e da un cumano, Hippokles). Nell'ambito della città etrusca, a livello sociale, c'era una notevole spaccatura tra gli àristoi ( gli aristocratici, divenuti tali grazie alla loro attività commerciale) e i gruppi familiari : tale differenza è riscontrabile anche nella diversità architettonico/decorativa delle loro corrispettive sepolture.

Della magistratura etrusca si conoscono solamente due figure:

  • lucumone (re)
  • Zilath (magistrato, corrispettivo del latino consul)

Un'altra importantissima civiltà fu quella greca, le cui poleis, con il loro ordinamento istituzionale di magistratura annuale elettiva Gherousìa (Senato) e Ecclesìa (Assemblee popolari), avevano un assetto democratico anche se, di fatto, retto da aristocrazie. Questa civiltà fu di estrema importanza per la nostra cultura, in quanto importò il concetto politico/sociale di "città" ed il suo contenuto democratico che di lì a poco sarebbe stato messo in atto.

Un terzo grande nucleo che influenzò la nascita di Roma fu quello osco-umbro-sabellico le cui popolazioni che ne fanno parte, risiedendo all'interno privandosi dei rapporti culturali con i Greci Italioti, non conobbero l'istituzione della pòlis. Un elemento tradizionale di queste civiltà fu il "ver sacrum" ovvero l'esilio di un giovane dalla tribù di appartenenza in caso di sovrabbondanza demografica. Si colorava così di una sacralità ideologica il movimento spontaneo di giovani di popoli di montagna verso le coste.

Sicuramente il popolo che diede inizio alla fondazione di Roma fu quello dei Latini, condizionati da diverse culture: italiche ed etrusche. Questa differenza culturale si riscontra a livello archeologico sul colle Palatino, in cui sono stati rinvenuti due tipi di sepolcreti:

  • urne a capanna
  • tombe a fossa

Importanti città per questa popolazione furono: Alba Longa (odierna Castelgandolfo), Lavinio e Satricum. Roma sorse in una posizione favorevole, lungo il fiume Tevere, che metteva in contatto il Tirreno con gli Appennini, al termine del quale vi erano le cosiddette "saline", giacimenti naturali di sale, elemento fondamentale inteso come moneta dalle tribù pastorali. L'isola Tiberina fungeva, così, da porto (portus Tiberinus); infine tra il Palatino-Campidoglio-Aventino sorgeva il Foro Boario, mercato di bestiame di antichissima frequenza.

Secondo alcuni studiosi, Roma divenne città a tutti gli effetti a partire dalla prima pavimentazione del Foro, un tempo luogo di culto, ora adibito a sede delle principali istituzioni cittadine, Curia (Senato) e Comitium (assemblea popolare). Un importante archeologo, tale Andrea Carandini, intorno agli anni Ottanta del secolo scorso fece sensazionali scoperte sulla cima del colle Palatino: vi ritrovò delle strutture abitative, resti di una cinta muraria (detto "muro di Romolo") e di una struttura riconducibile all'antica Regia risalenti all'VIII secolo a.C., ad affermare la postazione cronologica della fondazione di Roma nel 753 a.C.

TRADIZIONE SUI SETTE RE

Circa la fondazione di Roma, si assiste all'alternarsi di due miti: uno greco (Enea che, giunto in Italia da Troia, si sposa con Lavinia, figlia del re Latino, fondando Lavinio) ed un altro indigeno (il "classico" mito di Romolo e Remo).

Dato che dalla presenza di Enea sul territorio alla nascita della Repubblica romana (509 a.C.) sono passati diversi secoli di sconosciuta attività, ad occupare questo vuoto si pensò di porre la tradizione su sette re provenienti tutti da Alba Longa. Se è vero che un re di questa città fu un tale Tarchètio, nome etrusco, e che i nomi stessi di Romolo e Remo sono di derivazione altrettanto etrusca (Romolo-->Rumon nome etrusco del Tevere), si osserva come la tradizione villanoviana abbia fatto le proprie mosse sulla nascita di Roma e su quella che viene definita "età regia".

Secondo Varrone, ciascuno di questi sette re avrebbe regnato per una generazione, quindi all'incirca 35 anni : si è dunque giunti alla conclusione di come (a partire dal 509 a.C. retrocedendo cronologicamente) la data della fondazione di Roma risalisse al 21 aprile 753 a.C.

Archeologicamente nella località di Satricum, nei pressi del famoso tempio di Mater Matuta, è stata rinvenuta un'epigrafe, risalente agli ultimi anni del VI sec a.C., in cui è riportato il nome di Publios Valesios, secondo alcuni studiosi il Valerio Publicola, uno dei fondatori della Repubblica romana. Le stesse vicende di Publicola che, con i suoi sodales fa un encomio al dio Marte (nell'epigrafe, infatti, compare il nome di MAMARTEI, il dativo dell'antico latino, stante per "a Marte"), l'episodio dei Vibenni (famiglia aristocratica che si scontra, con i propri sodales, con un'altra famiglia nobile), la vicenda del lucumone di Chiusi (o Veio), Porsenna, evidenziano una continua mobilità aristocratica.

Probabilmente, nell'età regia di Roma si succedettero molti re, ma la tradizione ne ricorda solamente sette per la loro influenza e importanza:

  • Romolo
  • Numa Pompilio (dal greco nomos = "legge" + pompòs, che significa "guida")
  • Tullio Ostilio (Roma si scontra per la prima volta con Alba Longa)
  • Anco Marcio (finanzia la costruzione del primo porto ad Ostia Antica)
  • Tarquinio Prisco (sotto il suo regno avviene la costruzione della Cloaca Maxima)
  • Servio Tullio
  • Tarquinio il Superbo

La prima aggregazione tribale sul colle Palatino ricorda la cerimonia sacra del Septimontium (cioè "sette monti/colli") una festa commemoratrice della fondazione di Roma; il Foro Boario, nei pressi del Portus Tiberinus, rappresentava il punto di incontro sia commerciale che culturale. In questo perido si assiste alla costruzione urbanistica del pomoerium, ovvero dell'antica cinta muraria che, secondo la tradizione, venne solcata da Romolo attraverso il proprio lituus : era un luogo di estrema importanza in quanto, tra un solco (quello più esterno) e l'altro (quello più interno) si credeva risiedessero le divinità; è per questo motivo che all'interno del primo nucleo abitativo di Roma vigevano rigide regole, quali ad esempio l'impedimento ad un generale vittorioso di entrare in città con il proprio esercito (anche se questa regola perdeva di rispetto qualora un eroe cittadino avesse potuto fregiarsi di un cenotafio, ovvero di una statua che lo rappresentasse entro le mura). Il territorio della Roma primitiva era suddiviso in pagi (analogamente, come vedremo poi, ai Sanniti) che richiamavano le "gentes"; i pagi, però, erano numericamente inferiori alle "gentes" stesse; si conoscono, così, le prime aggregazioni delle curiae veteres con nomi legati ai luoghi.

SOCIETA' PATRIARCALE E ISTITUZIONI

L'antica città di Roma, secondo la tradizione, era abitata da tre tribù: Ramnes, Tities e Luceres; sul piano linguistico si riscontra una discendenza latina e non etrusca .

La società patriarcale era anticamente rappresentata da una struttura potestativa qual'è la familia, all'interno della quale vigeva un potere tanto assoluto quanto crudele (poichè conferiva possibilità decisionale di vita o di morte su ogni appartenente alla famiglia), la patria potestas.

La società patriarcale, poi, è tale limitatamente ad un contesto pre-statale.

In seguito si passa da una strurrura potestativa ad una struttura comunitaria, ovvero la gens che non ha un "pater gentis" anche se è governata da un princeps. Ciò che accomunava le famiglie di una gens era la discendenza da uno stesso progenitore mitico. Ogni gens, poi, ha propri

  • sacra
  • mores
  • iura
  • sepulchrum